IL FORTE DI MUTZIG, RITORNO ALLA FANTASCIENZA

IN UNO SCENARIO CAMPESTRE DI OLTRE 250 ETTARI SPUNTANO, UN PO’ OVUNQUE, TORRETTE DI CANNONI E OBICI. MA QUESTA È SOLO LA PARTE EMERSA DI UN MONDO DI GUERRA SOTTERRANEO DI 40.000 M², LA PRIMA FORTEZZA CEMENTATA ED ELETTRIFICATA AL MONDO. 

Il panorama è idilliaco e dà sulla Foresta Nera, ben visibile ad est, sui Vosgi e il Khrontal ad ovest, dal vasto promontorio spianato che è diventata la cima spuntata della collina che sovrasta Mutzig. 
 

Vue de l’une des batteries du Fort, paysage ouvert vers les Vosges à l’ouest et la Forêt Noire à l’est
Vue de l’une des batteries du Fort, paysage ouvert vers les Vosges à l’ouest et la Forêt Noire à l’est - © Lucie Michel

Ma sotto i nostri piedi giace una vera e propria macchina da guerra, di cui non si sospetterebbe mai l’esistenza: sotto terra si trova la prima fortificazione della Storia che sia stata cementata, corazzata ed elettrificata: il forte di Motzig, o Feste Kaiser Wilhelm II, costruito dal 1893 al 1916.  

Questo forte, nato in un contesto di rapidi progressi nel campo dell’artiglieria, non ha nulla a che vedere con quelli costruiti fino ad allora. Peraltro, non si tratta semplicemente di un forte ma di un gruppo fortificato di diverse opere indipendenti, disperse, integrate al terreno e legate tra loro da gallerie sotterranee. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la costruzione si è estesa fino alle colline circostanti e, tra il 1914 e il 1916, la sua superficie è raddoppiata. 

ALLE PORTE DELLA FRANCIA

Perché costruire un complesso così ampio a Mutzig? Bernard Bour, presidente dell’associazione Fort de Mutzig, che ha aperto le porte del luogo nel 1995 e che si occupa della sua manutenzione, delle riparazioni e delle visite, ci da la risposta: “Qui ci troviamo alla fine della strada e dei binari che attraversavano i Vosgi, in direzione della Francia” . 

I Vosgi erano infatti diventati frontiera, nel 1871, in seguito alla guerra tra la Francia e la Prussia, quando l’Alsazia era stata integrata al secondo Reich tedesco appena creato. Il suo imperatore, Guillaume II, si era schierato dalla parte dei modernisti del suo esercito per costruire qui, con cemento, torrette, armature ed elettricità, racconta Bernard Bour.
 

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BLOCCARE IL NEMICO PER DUE MESI

Questa costruzione militare impressionante rivestiva un’importanza strategica, in quanto diventò la custode di una delle frontiere di questo enorme impero tedesco, che si trovava nel centro dell’Europa, da Colmar a Koenigsberg (Kaliningrad). “Era un inferno per lo Stato Maggiore, in quanto ci volevano ben due mesi per trasportare i rinforzi da una parte all’altra dell’Impero. Le fortificazioni erano dunque vitali per bloccare il nemico per almeno due mesi. ” 

Ecco perché sono stati sbloccati fondi ingenti per la realizzazione dell'opera: L’armamento del forte è costituito da ben 22 cannoni pesanti (sei batterie) e otto cannoni leggeri sotto corazzata, rinforzati da batterie mobili. La visita del sito, tuttavia, permette di farsi solo un’idea parziale di quella che fu la fortezza, in quanto solo il 10% di essa è aperto al pubblico. Penetrando al suo interno, invece, le sue dimensionoi monumentali saltano agli occhi. 
 

Bernard Bour, président de l’association Fort de Mutzig et de la Route des fortifications européennes, sur les 10% du site visitables
Bernard Bour, président de l’association Fort de Mutzig et de la Route des fortifications européennes, sur les 10% du site visitables - © Lucie Michel

MANIE DI GRANDEZZA

Scendere in uno dei due bunker della fanteria visitabili è facile, ma il fatto di deambulare al suo interno permette di immergersi in una sorta di mondo fantascientifico del passato, nel cuore delle manie di grandezza e di conquista dell’epoca.  Il bunker della fanteria è una caserma sotterranea gigante, protetta dalle bombe grazie ai suoi muri di cemento spessi due metri e cinquanta. 
Sono stati necessari circa 13.000 m3 di cemento per costruirla. Il cemento arrivava da Héming, vicino a Sarrebourg e a Heidelberg, sull’altra sponda del Reno. Veniva quindi consegnato alla stazione di Mutzig, trasportato lungo una via strettissima ai piedi della collina e portato in cima con una funicolare. I 20 km di strada erano stati costruiti appositamente per l'opera. 

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NELLE VISCERE DEL FORTE 

Le prime sale del bunker colpiscono il visitatore per l’atmosfera quasi chirurgica. Partendo da un lungo corridoio, dietro il muro della controscarpa, si affacciano cinque gallerie di sminamento (una di esse è crollata) costruite dai prigionieri di guerra Russi: il loro martello pneumatico abbandonato testimonia ancor’oggi dei lavori forzati a cui venivano sottoposti. Un piano al di sotto ci ritroviamo in una galleria di un “nuovo” genere, 17 metri sottoterra: una galleria costruita nel 1913, ovoide, molto più resistente alla compattazione del suolo o alle vibrazioni previste delle bombe, rispetto alle precedenti. 

 

Dans une galerie ovoïde, construire en 1913 pour mieux résister aux vibrations
Dans une galerie ovoïde, construire en 1913 pour mieux résister aux vibrations - © Lucie Michel

Questa galleria conduce al secondo bunker visitabile, che rende ancora più palpabile la dura realtà della vita quotidiana dei soldati che vi vivevano: 7000 riservisti al momento della dichiarazione di guerra, precisa Bernard Bour. 

IL NEMICO N°1

Questa fortezza è un capolavoro di architettura militare ma la comodità delle camere è tutta relativa: un unico lavandino per due camere (48 uomini), il riscaldamento acceso ma solo di notte, il rumore costante della ventilazione che garantiva il ricambio d’aria, l’esiguità del luogo e l'umidità, terribile nemico numero uno degli uomini e dell’attrezzatura. “La metà dei miei uomini sono ammalati, scrive a quel tempo uno dei medici militari del forte”, racconta bernard Bour. 

C’era anche un infermeria, dei pozzi per fornire 20 litri d’acqua al giorno e per uomo, nonché un panificio. “Questo è il primo esempio di impastatrice elettrica della società tedesca che lo ha costruito. Il forno è un forno di nave in quanto, se fosse stato costruito in pietra, avrebbe subito le vibrazioni dei colpi di fuoco. ” 
 

ORCHIDEE SELVATICHE

L’unica delle quattro centrali elettriche del forte ancora operativa è impressionante. Le sue installazioni, tecnologicamente avanzate, sono a motore diesel, e i cannoni, le 14 torrette, le ghiere e i periscopi ricordano la vocazione del luogo: la guerra.

Il ritorno improvviso alla natura all’esterno della struttura sembra quasi surreale. Su questa collina calcare dei Vosgi si è sviluppato da allora un nuovo ecosistema, più pacifico, che ospita carpini, pini silvestri, noci, robinie, orchidee selvatiche, farfalle...

Bernard Bour ne è più che lieto, lui che conosce questi luoghi come le sue tasche fin dall’adolescenza e che ha ampiamente contribuito a salvare il complesso dalla rovina, lenta ma sicura, a cui era destinato. “Ma questa è pura teoria! Questo forte è stato costruito sulla base di uno schema che non è stato mai validato... ” È pura fantascienza...
 

Auteure : Lucie Michel


Il forte di Mutzig è aperto tutti i giorni dalle 13:00 alle 15:00 in settimana e dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 15:00 nei fine settimana e nei giorni festivi, in visita libera con guida scritta. Visite guidate su prenotazione al numero 0033671941267 (ore di apertura). 

Il forte di Mutzig fa parte dei Siti Turistici dell’Alsazia (STA).

 


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